La legge n. 85 del 03/07/2023, di conversione del decreto legge 48 del 04/05/2023, ha previsto delle regole di miglior favore per i dipendenti con figli a carico che nel 2023 ricevano dei “benefits” da parte del proprio datore di lavoro. La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 23/E del 01/08/2023 ha chiarito i dubbi e pertanto di seguito viene proposta una sintesi, speriamo semplice e comprensibile, della normativa.
- La normativa è valida solo per l’anno 2023;
- Consiste nella possibilità di riconoscere dei “benefits” fino ad un valore massimo di € 3.000;
- Esenti da imposizione fiscale e contributiva;
- A dipendenti e titolari di redditi assimilati (cioè anche collaboratori/amministratori);
- Che nel 2023 abbiano figli fiscalmente a carico, cioè
- figli di età non superiore a 24 anni e con reddito annuo non superiore ad € 4.000,00;
- figli di età superiore a 24 anni e con reddito annuo non superiore ad € 2.840,51;
- a titolo esemplificativo, i benefit possono consistere in
- buoni spesa
- buoni acquisto
- buoni carburante
- somme erogate in busta paga per il rimborso di utenze domestiche del servizio idrico, energia elettrica, riscaldamento (le bollette rimborsate vanno allegate alla busta paga).
Dal momento che la medesima normativa era stata prevista anche per l’anno 2022, le bollette da rimborsare non devono essere bollette già oggetto di rimborso lo scorso anno.
- Il dipendente/amministratore che riceve i suddetti benefit, deve rilasciare una dichiarazione in cui comunica i dati anagrafici del/dei figli a carico nell’anno 2023.
- E’ importante che il dipendente/amministratore sia certo del fatto che il figlio rimarrà a carico nell’anno 2023, perché diversamente si vedrà trasformato il benefit in un “premio” soggetto a contributi ed imposte. Facciamo un esempio esplicativo: se ad agosto il dipendente Mario Bianchi riceve un buono carburante del valore di € 2.000, perché ha dichiarato di avere un figlio a carico e poi il figlio a settembre inizia a lavorare e alla fine dell’anno si ritrova con un reddito di € 6.000, il figlio non potrà più essere considerato a carico nell’anno 2023 e quindi viene meno il presupposto per ricevere il benefit esente da contribuzione ed imposte.
E’ bene chiarire che i suddetti benefits non costituiscono in alcun modo un obbligo per il datore di lavoro; la norma non impone ai datori di lavoro di riconoscere benefits ai dipendenti, ma offre la possibilità ai datori di lavoro che vogliano riconoscere dei benefits, a tutti o a singoli dipendenti, di ottenere un beneficio fiscale e contributivo.
Se infatti il datore di lavoro volesse riconoscere ad un proprio dipendente un premio di 1.500 euro netti, dovrebbe sostenere un costo di circa doppio; se invece decide di riconoscere un benefit al proprio dipendente, ad esempio un “buono acquisto” di € 1.500, il suo costo rimane di € 1.500.
Per i dipendenti che non abbiano figli a carico, il valore dei “fringe benefits” esenti da contribuzione ed imposte, rimane fisso ad € 258,23 e non rientra tra i benefit il rimborso delle utenze domestiche.